Il giudice di sorveglianza del tribunale di Milano ha concesso gli arresti domiciliari al capomafia di Palermo Francesco Bonura. Ora attende di uscire “Nitto” Santapaola, condannato definitivamente per diversi omicidi fra cui quello di Giuseppe Fava. Ma la lista è lunga

I capimafia detenuti al 41bis cominciano in questi giorni di emergenza Coronavirus, uno dopo l’altro, a lasciare il carcere. In questo modo insieme al Covid19 inizia a circolare anche per le strade il virus dei mafiosi che non avrebbero dovuto lasciare la cella, per legge. Ed è una doppia pandemia che non possiamo permetterci.
Successivamente, avvicinatosi a Bernardo Provenzano, per i magistrati ha costituito un punto di riferimento mafioso per il controllo di lavori pubblici e l’imposizione del pizzo nel capoluogo siciliano. Uomo fidato dei boss palermitani, fra cui Nino Rotolo, ha gestito il racket, ed è stato uno dei più facoltosi costruttori della città, i cui beni per diversi milioni di euro sono stati confiscati.
Una circolare invita a segnalare detenuti malati e anziani per eventuali pene alternative. E la lista potrebbe comprendere l’intera Cupola di Cosa nostra
Il giudice di sorveglianza ha concesso gli arresti in casa sostenendo i motivi di salute per Bonura, sottolineando “siffatta situazione facoltizza” il magistrato “a provvedere con urgenza al differimento dell’esecuzione pena”. Ed escludendo il pericolo di fuga lo ha inviato a casa a Palermo, dove gli ha prescritto che “non potrà incontrare, senza alcuna ragione, pregiudicati” e inoltre, “lo autorizza” ad uscire da casa, ogni volta che occorrerà “per motivi di salute” anche dei familiari.
Il provvedimento fa seguito allo stato di emergenza in cui si trovano i penitenziari. E così per i mafiosi che stanno scontando la condanna, che per legge non possono usufruire di pene alternative, si aprono le porte del carcere.
Nelle scorse settimane, sempre per l’emergenza Covid19, è stato posto agli arresti domiciliari dai giudici della corte d’assise di Catanzaro, Vincenzino Iannazzo, 65 anni, ritenuto un boss della ‘ndrangheta. Il suo stato di salute è incompatibile e in considerazione dell’attuale emergenza epidemilogica, con il carcere.
Sempre con la motivazione dell’incompatibilità carceraria, attende di andare a casa anche il capomafia Benedetto “Nitto” Santapaola, condannato definitivamente per diversi omicidi fra cui quello del giornalista e scrittore Giuseppe Fava, assassinato a Catania il 5 gennaio 1984. Insomma, i mafiosi tornano a casa.