Invasione locuste:
Sembra un piaga biblica.
Oltre un decimo degli Etiopia, Kenya e Somalia rischiano di morire di fame per il dilagare degli sciami di cavallette che stanno coprendo decine di migliaia di ettari di terreno devastando le coltivazioni di cereali, ma anche di caffé e pistacchi.
L’allarme dell’Onu («Tredici milioni di abitanti ad alto rischio e altri 20 coinvolti dalla crisi») è confermato dalla Fao che stima il picco dell’invasione fra marzo e aprile e che cita altre nazioni interessate dall’emergenza sia pure per ora in maniera minore: Yemen, Sudan, Eritrea, Arabia Saudita e Uganda e Sud Sudan. Una situazione di assoluta gravità che richiama, secondo le organizzazioni internazionali, agli effetti del riscaldamento globale. A rischio sia i raccolti sia le scorte di cibo in paesi in cui le carenze alimentari sono da sempre di attualità.
In misura minore la presenza di locuste comincia tuttavia a essere allarmante lungo le coste del Mar Rosso e nel nord del Pakistan.La migrazione, secondo le Nazioni Unite, ha raggiunto la dimensione di 100-200 miliardi di esemplari: è partita dallo Yemen e si è diffusa nell’Africa orientale. La crisi riguarda ora Kenya, Somalia ed Etiopia, zone in cui «ci sono 13 milioni di persone in una situazione di insicurezza alimentare acuta, di cui 10 milioni nei luoghi colpiti dalle locuste», ha spiegato il capo degli affari umanitari dell’Onu, Mark Lowcock. E 20 milioni di abitanti si trovano in condizioni di insicurezza alimentare, per cui la situazione umanitaria potrebbe deteriorarsi ancora di più. Come ha spiegato il direttore per le emergenze della Fao, Dominique Burgeon, è stato lanciato un appello alla comunità internazionale da 76 milioni di dollari, e ad ora ne sono stati ricevuti solo 21 milioni. Burgeon ha detto che si tratta di un’altra dimensione dell’emergenza climatica.
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